Tre sono le coinquiline che si succederanno nel mio appartamento. Nell’ordine passiamo dalla Corea alla Germania per finire in Tanzania. Il giro del mondo in 180 giorni. Tra l’altro rimanendo sempre nello stesso posto… da fare invidia al buon vecchio Jules.
La prima di queste è stata una dolce e delicata ragazza di Seoul, che è arrivata e se n’è riandata in un batter di ciglia: Heayoung, da pronunciarsi “Heiàng”, per gli amici Yang, da pronunciarsi “Iàng”.
La nostra Yang si è trattenuta solo due settimane presso la mia umile dimora, pertanto non mi è stato possibile conoscerla fino in fondo. Abbiamo tuttavia stretto un affettuoso rapporto di coinquilinanza. Yang è dottoranda in scienze alimentari, o qualcosa di analogo trasposto in termini coreani, e la sua ricerca parla di peperoncino. Fondamentalmente stanno sperimentando qualche modificazione genetica del peperoncino per fargli fare non so bene quale speciale cosa.
È una di quelle classiche ricerche che dimostrano come la ricerca sia un’attività priva di confini reali, che si può praticare su qualunque, dico QUALUNQUE, ripeto QUA-lun-QUE entità, materiale o immateriale, che un individuo sia in grado di immaginare con il proprio cervello.
Oltre a svolgere diligentemente la propria intensa attività in laboratorio, Yang ha avuto ben poco tempo per fare dell’altro durante la sua permanenza americana. Mi ha gentilmente offerto una gustosa zuppa coreana, comprata pseudo-liofilizzata (praticamente ci ha solo aggiunto l’acqua). L’ho assaporata con soddisfazione, nel complesso, sebbene con alcune difficoltà nel tratto orofaringeo, vista la piccantezza dell’intruglio. Le ho poi cucinato della semplicissima pasta al pomodoro, di cui lei si è giovata con gratitudine. Abbiamo anche condiviso un brunch all’americana, per onorare le più sacrosante tradizioni della nazione che ci ha fatte incontrare. Fine.
Comunque, da questo breve periodo di condivisione, ho tratto alcune, essenziali, lezioni di vita che mi riprometto di non dimenticare. Sai mai… bisogna essere flessibili e malleabili, capaci di adattarsi al contesto, resilienti. Tante cose che non ti saresti mai immaginato di poter fare improvvisamente le vedi fatte da altri, stupisci e ammetti a te stesso che un giorno, di un’altra vita, in uno dei mondi possibili, forse potresti ritrovarti a farle anche tu.
Da una coinquilina coreana io ho personalmente osservato che si può:
_ Lavarsi i denti sotto la doccia. E questo punto si commenta da solo.
_ Mangiare ravioli, estratti da una confezione con su scritto “ravioli Rana”, e condirli col pesto, estratto da un barattolo con su scritto “pesto Barilla”, non pensando minimamente di rievocare un pasto all’italiana – sorvoliamo sul gusto opinabile dell’abbinata. “Hey Yang, buon appetito! Qui c’è odore di pesto… hai comprato della roba italiana quindi?” … “Ah, sì?!? Non lo sapevo, be’ buono”.
_ Essere sul punto di sposarsi e non avere la più pallida idea se il proprio fidanzato sappia cucinare o meno. Ora capisco che magari la convivenza non è obbligatoria, ma mai mangiato uno a casa dell’altro? Mai fatta una domanda che alludesse alle doti culinarie del futuro consorte??? Vabbè, credo non se ne curi molto… Abbiamo capito che il reparto cucina non è il punto forte della nostra Yang – a parte il settore super specialistico del peperoncino, ovviamente. Tra l’altro anche nell’ambiente bagno pare abbia della confusione (vedi punto numero 1 del presente elenco)…
_ Lasciare le luci di casa accese, ovunque, sempre, tutte. Anche se sei fuori casa. Per tutto il giorno. L’economia domestica, in generale, non è tra i primissimi pregi della nostra beneamata.
_ Uscire di casa in T-shirt e ciabatte, di mattina alle 9, con una temperatura sugli 0 gradi, per andare a caccia di Pokemon. A 32 anni. Che corrispondono però a 30 anni coreani.
Evidentemente gli orientali sono più giovani. La loro età anagrafica è inferiore alla nostra perché gli anni coreani durano più di 365 giorni e quindi finisce che collezionano meno anni di noi e, a lungo andare, si sente. Non solo si sente, ma anche si vede. La loro pelle non conosce rughe, se non in tarda età. I loro capelli diventano bianchi, ma solo con il passare di molti anni. Quindi, (a) risultano più giovani di noi sulla carta, (b) sembrano più giovani di noi da fuori, (c) sono più giovani di noi anche, e soprattutto, dentro. Dei giocherelloni.
*Che Pokemon Go sia un elisir di lunga vita?*
Facciamo una ricerca?
Immagina, puoi.