Di quando la natura entra in casa dall’ingresso sbagliato e Wiki-how non l’aveva previsto (si consiglia la lettura a un pubblico adulto e lontano dai pasti)
E niente, l’altro giorno vado in bagno, faccio la mia pipì (come spesso accade, sapete) e tiro lo sciacquone. L’acqua non scende. Dico “Greg guarda che c’è qualcosa che non va con il water”. Lui “Sì? Ancora? Ho notato che prima scaricava male.” SGRUNT. Come facciamo? È già sera e non ho prodotti disgorganti in casa, né chimici né meccanici. Cominciamo a insultarci e addossarci colpe. Homo homini lupus. Quando c’è qualcosa che non va, cerchi di giustificare, di motivare, di dare un perché all’inghippo che ti molesta l’esistenza, che ti colpisce tra capo e collo (o tra culo e piedi, che si addice di più al nostro caso) e, soprattutto, parti all’attacco contro il capro espiatorio. “Ecco, te l’ho detto che se butti i cotton-fioc nella tazza fai casino. Devi stare attento! Come fai a non saperlo!!!” “Guarda che sei tu che usi troppa carta igienica, dovresti smetterla, prendi 3 pezzi e via, non puoi usare l’intero rotolo ogni volta che vai in bagno”. Al fine di chiudere con queste iperboli no-sense, mi butto a capofitto in una ricerca internet.
Wiki-how propone ben 7 modi per sturare un cesso intasato. Li abbiamo passati in rassegna con scrupolo meticoloso. (1) Con lo sturalavandino – noi non ce l’abbiamo, al momento, quindi andiamo oltre. (2) Andando a pescare con la mano l’oggetto incastrato – ci provo coprendomi prima la mano con un guanto spesso 1 cm e poi il braccio con un sacco della spazzatura formato condominiale (sembro Pippo Pippo che non lo sa, che quando passa ride tutta la città perché sopra il cappotto porta la giacca e sopra il gilet la camicia). La mia mano scompare nella melma, ma non riesce a passare nello scarico oltre le nocche. Vorrei scongiurare il rischio di restare imprigionata con mezzo braccio nella tazza, quindi abbandoniamo il metodo e andiamo oltre. (3) Con un prodotto enzimatico – non abbiamo capito cosa vuol dire, ma probabilmente non ce l’abbiamo, quindi andiamo oltre. (4) Con una sonda da idraulico – noi non ce l’abbiamo, al momento, ma d’altronde non siamo nemmeno idraulici, quindi andiamo oltre. (5) Con il rimedio della nonna – scaldo dell’acqua in un pentolone, misuro una tazza di bicarbonato, l’aceto non ce l’ho, ma immagino di poterne fare a meno per ora, e verso tutto nel wc (prima gli ingredienti solidi e poi i liquidi, come nelle migliori ricette americane). Si comincia a formare della schiuma che cresce e cresce e cresce. Da un momento all’altro il mostro di Lockness potrebbe palesarsi, ma tengo la schiuma monitorata sperando che il mio sguardo incriminatore la scoraggi dal superare il limite della tavoletta. La convinco a ritirarsi. Ho vinto questa battaglia, ma non la guerra. Aspettiamo tutta la notte, nella speranza che la pozione magica faccia effetto. Nel frattempo, istituisco un sacchetto dove espletare le mie necessità corporee nottetempo. Greg invece uscirà nella natura qui fuori.
Ci svegliamo dopo una notte di incertezza. Piena di speranza, e di pipì, mi appropinquo alla leva dello sciacquone, tiro. Niente. Situazione invariata, tutto bloccato. Smadonno. Mancano solo due rimedi, uno dei due DEVE funzionare.
(6) Con il surrogato di una sonda da idraulico che ti puoi comodamente procurare smantellando una gruccia per abiti – ci proviamo. C’è la luce della speranza nei nostri occhi. Riparte la vestizione, guanti e sacco condominiale, siamo armati fino ai denti. Niente, l’intervento non funziona. Dobbiamo ritirarci, non abbiamo modo di stanare il nemico con questo metodo. (7) Con altro liquido disgorgante (leggasi bomba ecologica) – non ce l’abbiamo. (8 – ma non erano 7?) Con un aspiratore per liquidi (“acquista o chiedi in prestito un aspiratore per liquidi” ???) – vediamo in quanti giorni me lo consegna Amazon? (vabbé in effetti la 8 è una bufala, dai, non conta) No.
Adesso glielo faccio vedere io chi comanda su questo territorio, vado al supermercato. Mi si offre una gamma sterminata di prodotti per sturare le condutture di vasche, docce, lavandini. Ci sono addirittura delle pastiglie effervescenti per liberare i tubi dai cattivi odori e rinfrescare la casa con un piacevole aroma di limone. In tutto questo, su ogni benedetto flacone, si indica chiaramente “NON usare nel water”. Il motivo resta misterioso. Chiedo chiarimenti all’addetto che si aggira nella corsia incriminata. Mi indica dei prodotti per la pulizia del cesso. Gli dico il mio cesso è pulito, e comunque nel caso lo pulisco DOPO. Non è quello il mio problema adesso, sto solo cercando di stasarlo. Lui sembra avere delle difficoltà a distinguere le due cose, comunque mi sottopone degli sturacessi. In fin dei conti, era il metodo numero 1 di Wiki-how. Probabilmente è efficace. Ingaggio un’analisi comparativa dei 15 modelli a disposizione. Con base, senza base, con doppia ventosa, mono-ventosa, piccolo, grande, medio, con manico in plastica, con manico in legno, impugnatura ergonomica, maledetta-america-e-la-tua-mania-dell’individuo-che-deve-poter-scergliere, non lo so, prendo quello di medio costo che mi pare assomigli a quello raffigurato sulla pagina web e che trovo più accattivante in base al design dell’etichetta. Mi convinco che se investono del denaro per il design dell’etichetta vuol dire che il design del prodotto l’hanno ormai collaudato. Torno a casa con l’arma.
Wiki-how assicura che ci possono volere da 15 a 20 tentativi di stantuffamento fino a ottenere il risultato voluto. Greg ed io, a turno, cerchiamo di incoraggiarci e di non perderci d’animo. Niente. Siamo sempre al solito punto. Intanto io entro ed esco di casa a intervalli di 2 ore perché il sacchetto mi ha stufato, preferisco far prendere aria alle chiappe.
Greg suggerisce di mandare una mail al proprietario. Dico: il proprietario lo chiamiamo con le sirene! Altro che e-mail! Il proprietario arriverà l’indomani coi rinforzi. Crede di avere un sospetto.
Passa una seconda notte di incertezza. Per variare, stavolta scelgo come compagno di evacuazione un ex-barattolo di gelato (che fine ingloriosa). Comunque, bussa il proprietario. Danno un occhio, lui e il suo scagnozzo. Tra parole in gergo, tecnicismi delle tubature, slang e vocabolario idraulico, mi sembra di percepire “root”. Dico ma root nel senso di radice, tipo di alberi? Stiamo entrando nel campo delle scienze naturali? È un termine metaforico? Un modo di dire? Una parola ibrida usata nell’ingegneria dei sistemi idrici tipo “Brangelina”? Chiedo chiarimenti e la teoria più accreditata è la seguente: i tubi si sono deteriorati al punto che hanno cominciato a perdere acqua e materiale biodegradabile fuori nel terreno, quindi le radici dell’albero attiguo, attirate da questo invitante ambiente ecologico, si sono appropinquate al sistema e hanno cominciato a invaderlo senza ritegno, coinvolgendo altri alleati vegetali. L’unica, per confermare questa ipotesi, è sradicare il water.
Ed ecco che, sollevato il wc, si svela l’incredibile. Là, sotto l’acqua della tazza: una valle verde. Un prato ha interamente tappezzato il tubo di scarico, riducendone il diametro a quello di una cannuccia. In buona sostanza: il water ha fatto un ictus. Fattasi largo con arredo e corredo di radici, è avvenuta una colonizzazione idroponica di muschio. Mancavano solo le pecorelle, Gesù bambino e i re magi e facevamo buon Natale, anziché buona Pasqua.
Trovato il problema, la facile soluzione prevede i seguenti passaggi consequenziali: (a) pulire la tubazione nella parte più prossima al bagno; (b) procurarsi una telecamera e ispezionare la situazione interna alla conduttura (ci aspettiamo a un certo punto di incontrare nuovi amici, tipo le radici dell’albero di cui sopra); (c) reinstallare la tazza nella sua sede di pertinenza; (d) una volta capito fino a dove le radici dell’albero si insinuano, fare uno scavo fuori casa in modo tale da tagliarle ed evitare così che ci si ripropongano in visita prima dei prossimi 5-10 anni.
Fine della storia.
Vorrei trarre alcune riflessioni a monito per il futuro.
In primis, attenti a dire che volete più natura in casa. Bello il verde in vaso, ma quando arriva dalla porta in braccio a te, possibilmente, non quando si insinua passando dal bagno.
In secundis, non sai mai cosa c’è dietro, ma nemmeno cosa c’è dentro. L’insospettabile non è solo dietro l’angolo ma, molto spesso, è addirittura già “dentro di te”. Lo stai allevando tu e non te rendi conto. Una sorta di cavallo di Troia, che però entra senza nemmeno bussare. Potrebbe trattarsi di Coronavirus, come di altri scocciatori di diverse dimensioni, ma altrettanto subdoli.
Da ultimo: ma, secondo voi, lo devo segnalare a Wiki-how che l’elenco di soluzioni proposte è incompleto?